lunedì 16 maggio 2016

Laboratorio "Lettura etichette"

Lettura etichette è stato il titolo un po’ curioso della lezione/laboratorio tenuto dalla dietista Francesca Cesaro venerdì 13 maggio alla classe quinta della scuola primaria di Lavarone, in calendario tra le attività di Aperta-Mente. La divulgazione tra scienza e conoscenza. Premura dell'esperta, infatti, era di comunicare ai ragazzi come le informazioni per una corretta e consapevole alimentazione possono essere reperite, con i dovuti suggerimenti, sugli scaffali dai quali prendiamo la nostra spesa, senza necessariamente inoltrarsi in complicate questioni scientifiche. 

Ma andiamo con ordine. Per prima cosa, cerchiamo di capire il significato autentico di un regime nutrizionale. “Dieta” è una parola che deriva dal greco dìaita: genere, tenore di vita; modo di vivere. È una parola, dunque, che non si riferisce soltanto all'alimentazione. Nata in ambito medico nell'antichità greca, ci ricorda infatti un'altra famosa citazione classica: mens sana in corpore sano. 

All'origine della scienza medica occidentale, e non solo, c'è sempre stata una riflessione sull'interazione tra alimentazione e salute, non in senso meramente “dietetico” come potremmo comprenderlo oggi, ma anche riguardo alle proprietà tossiche o curative degli alimenti. Ad essa si aggiunsero sempre osservazioni comparative tra stato di salute, umore ed alimentazione. Tutto ciò non era un mistero per il mondo antico, così come continua ad essere alla base di diverse medicine orientali. 

Siamo noi, precisa Francesca, che per diverso tempo ci siamo staccati da un punto di vista globale dal benessere psicofisico, privilegiando un approccio più settoriale, mirato e “meccanico” nei propri interventi: agire sul sintomo tramite la somministrazione di farmaci prima che partire da una comprensione unitaria dello stato dell'uomo, e non solo come paziente bisognoso di cure. A partire da questi primi chiarimenti, si capisce come l'alimentazione non possa mai allontanarsi troppo dalla quantità e dal tipo di attività fisica che si compie, dall'età di riferimento, dalla professione. 


Organizzare una dieta significa anzitutto conoscere se stessi, anche in vista degli accorgimenti da adottare per una spesa consapevole. La moda e il mercato ci stressano, al giorno d'oggi, circa la “naturalità” di alcuni prodotti, contrapponendo questa non ben precisata categoria benefica ad un altro non ben precisato mondo di cibi raffinati e nocivi oppure, usando una terminologia ancora più scorretta, “chimici”. 

Sono le proprietà dei nutrienti le vere qualità del cibo da considerare, proprietà che possono fare male o fare bene indipendentemente dal tipo di alimento di provenienza. Si riscontrano proprietà nocive degli alimenti anche quando essi sono “naturali”. Facciamo alcuni esempi, per essere più concreti.

Gli alimenti che si deteriorano prima sono quelli più nutrienti, come la carne. Fatta eccezione per il Crudo di Parma ed il San Daniele, in tutti gli affettati ed i salumi quotidianamente venduti, i conservanti sono un ingrediente obbligatorio. È vero che i salnitri denominati E249, E250, E251 ed E252 possono essere fattori di rischio del cancro allo stomaco o all'intestino. Il pericolo, però, non sta nella sostanza a rischio generalmente intesa, quanto piuttosto nella quantità in cui essa viene assunta. Un'alimentazione varia, oltre che per un discorso di completezza, è necessaria anche per permettere al nostro organismo di evitare concentrazioni e accumuli di determinate sostanze. 

Il nostro corpo è in grado di smaltire tranquillamente i conservanti contenuti nei salumi e di abbassare notevolmente la loro incidenza come fattori di rischio per la salute, purché ci si lasci il tempo di espellerli evitando, per esempio, di consumare affettato ogni giorno. 


Ma perché, se sono a rischio, vengono comunque ammessi dall'Unione Europea? La risposta sta nel fatto che il rischio sarebbe ancora maggiore se ci si azzardasse ad eliminare completamente i conservanti dalle carni lavorate. Il famigerato botulino non è altro che un microbo che si sviluppa in ambiente anaerobico, cioè in assenza di ossigeno, come può accadere nelle conserve casalinghe o all'interno delle carni, che sono molto proteiche. 
Il rischio rappresentato dal botulino è decisamente maggiore di quello rappresentato dai salnitri: è sufficiente l'assimilazione di una quantità minima per provocare la morte. In compenso, ci si può tranquillizzare col fatto che il botulino è un microbo piuttosto lento a svilupparsi, liberandoci così dalla sua minaccia nei cibi che hanno una deterioramento molto rapido, inferiore ai quaranta giorni.

Spendere un po' di tempo in più nella lettura delle etichette, quando facciamo la spesa, è utile anche per conoscere l'effettiva composizione di ciò che mangiamo. Non è raro, per esempio, trovare snack alla frutta composti per il 90% di mele quando ci vengono invece spacciati per spuntini al lampone o alle fragole. 

Abbiamo spesso paura della percentuale di zuccheri contenuta in ciò che compriamo, tanto che ci facciamo ingannare da confetture con etichette che recitano “senza zuccheri”, quando è impossibile che ciò accada. Se vogliamo renderci conto dell'effettivo contenuto di zucchero in un prodotto, dobbiamo leggerne la percentuale per cento grammi anziché limitarci a brevi slogan riportati in fronte all'etichetta. 


Vista la sempre maggiore diffusione delle allergie alimentari oggi, per legge, è obbligatorio specificare il contenuto di eventuali allergeni in maniera visibile, per esempio scrivendoli in corsivo oppure in grassetto. Altra notizia da ricordare per evitare gli sprechi di cibo (un fattore che, come tutti quelli sopra citati, rientra in una “dieta” intesa nel suo senso etimologico), è la differenza, riguardo alle scadenze, tra ciò che è da consumarsi “entro” oppure “preferibilmente” una certa data. 

Nel primo caso rientrano i prodotti che, con ogni probabilità, saranno avariati in un breve lasso di tempo per la loro veloce deperibilità, comportando anche rischi per la salute. Quelli che possono essere consumati “preferibilmente” entro una certa data, sono cibi che deperiscono lentamente e possono essere tranquillamente consumati dopo diversi giorni anche se dovessero mostrare un aspetto un po' meno “fresco” di quando li abbiamo acquistati. Infine, alcuni alimenti non hanno proprio l'obbligo di esibire una data di scadenza; sono quegli alimenti che non rappresentano un ambiente atto allo sviluppo di microrganismi e quindi, salvo alterazioni di altro tipo, non vanno “a male”, come lo zucchero oppure il sale.

La curiosità e l'interesse dimostrati dagli alunni della quinta prova come la nutrizione sia, al giorno d'oggi, argomento sempre più sentito per la sua importanza oltre che, fortunatamente, per la sua tendenza legata alla bellezza fisica. La serietà della riflessione è stata colta anche da chi, per propria ammissione, ha riconosciuto la difficoltà ad accettare di mangiare un po' di tutto. Non c'era modo migliore, per terminare questa lezione, della campanella per il pranzo. Tutti a tavola quindi, ma con criterio!


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Cronaca e fotografie di Alessandro B. per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza

venerdì 13 maggio 2016

Laboratorio "Foglia+Foglia" e "Fiore+Fiore"

Tra lunedì 9 maggio e mercoledì 11 maggio Giulia Mirandola e le illustratrici Claudia Polizzi (Bolzano) e Marta Iorio (Bologna) sono state ospiti delle scuole dell'infanzia di Susà, Roncogno e Madrano vicino a Pergine Valsugana, per presentare due diversi laboratori, entrambi inclusi nel calendario delle attività di Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza e ciascuno dedicato al mondo vegetale e pensato per stimolare, attraverso il gioco, l'apprendimento ed il riconoscimento delle piante: rispettivamente Foglia+Foglia e Fiore+Fiore

Per avvicinarsi al mondo vegetale e alle specie che più comunemente si possono trovare anche a casa nostra, non c'è niente di meglio di una partita al mémo des feuilles ed al mémo des fleurs di Julie Safirstein che Giulia ha portato con sé. La particolarità di queste tessere è che riproducono soltanto delle silhouette delle foglie e dei fiori, come fossero macchie colorate, e ciò è di stimolo ad una maggiore osservazione soprattutto delle forme simili. Con il consueto entusiasmo i bambini partecipano al gioco ed è difficile contenere la loro impazienza nel suggerire ai compagni dove si trovi la coppia che tutti stanno cercando di formare. Ora però è giunto il momento di passare all'azione e di avvicinarsi ancora di più agli oggetti del gioco tramite la costruzione di un memory dei bambini.


Per il memory Foglia+Foglia Claudia Polizzi distribuisce per prima cosa delle tessere bianche, quindi delle foglie di cartoncino già ritagliato che però sono state divise a metà, in senso longitudinale. Lo scopo di questo passaggio è che i cartoncini, una volta incollati alla tessera, dovranno essere “completati” dai bambini, che così alleneranno la propria abilità nel disegno provando a riprodurre, in modo il più simile e simmetrico possibile, una foglia completa. Ad ogni bambino, inoltre, viene affidata solo una delle due tessere che andranno a formare la coppia del memory; ciò permetterà di osservare anche la differenza fra le due diverse mani che le disegneranno. 

Per fare un memory ricco e vario ogni bambino si industria nella fabbricazione di diverse tessere, avvicinandosi così a molteplici forme di foglie, alcune delle quali decisamente impegnative da riprodurre. Al termine della costruzione non si può esimersi dal collaudarlo con una partita. Dà molta soddisfazione e divertimento vedere il risultato concreto del proprio lavoro, soprattutto quando la diversità del tratto dei disegnatori è tale da andare a comporre coppie di tessere simpaticamente goffe ma non per questo meno “vere” nell'osservazione di chi voleva riprodurle.


Il memory Fiore+Fiore si basa sulla stessa idea di Foglia+Foglia, ma questa volta Marta Iorio adotta una diversa tecnica di disegno. Dopo aver distribuito, anche in questo caso, delle tessere bianche, i bambini vengono divisi a coppie, ognuna delle quali avrà a disposizione dei timbri per disegnare un fiore ben preciso ed una sua fotografia. I timbri che Marta ha preparato non riproducono il fiore per intero ma soltanto un singolo petalo di esso; per disegnare un fiore completo sarà necessario timbrare il singolo petalo per un numero sufficiente di volte badando bene a come la disposizione ne caratterizzi la forma. 

I timbri rappresentano i moduli base dai quali il fiore è composto e, pertanto, rendere un'ortensia oppure un'orchidea comporterà una densità e orientamento diverso dei timbri. Il secondo timbro che viene distribuito ad ogni bambino, invece, raffigura le foglie della pianta. I dettagli finali, come gli steli, vengono aggiunti a mano. Prima di passare alla produzione delle tessere è sempre meglio fare qualche prova su un foglio, anche perché vi assicuro che non è per niente facile rendere l'aspetto naturale del fiore, anche se con l'aiuto del timbro. 


Alla fine della costruzione, alcune coppie di tessere mostrano varianti piuttosto fantasiose e cubiste di alcuni fiori ma il risultato è comunque molto suggestivo e ricco di colore. I bambini non mancano di apprezzare questa nuova forma d'arte a metà strada tra il gioco e il disegno, come dimostreranno certe manine particolarmente impiastricciate. Anche questa volta, non è possibile costruire un intero memory senza neanche provarlo in una partita vera, e ad aumentare l'entusiasmo ci sarà il desiderio di sottolineare, di fronte a tutti, quale sia la tessera che ognuno ha prodotto ed in coppia con chi.

Al termine di entrambi i laboratori i bambini si sono dimostrati soddisfatti del risultato del loro lavoro, che è stato impacchettato in una scatola col nome della loro classe e che andrà a far parte del materiale a disposizione di tutti. Ora si potrà giocare con i memory delle foglie e dei fiori ogni volta che si vorrà, ed ogni volta si avrà un'occasione in più per tornare ad osservare quel mondo così ricco di colori e di forme. Forse ci sarà anche spazio per l'aggiunta di nuove tessere, purché sia chiaro a quale classe appartengono. Alla proposta di mostrarlo e prestarlo ai compagni delle altre sezioni, infatti, i bambini hanno risposto orgogliosamente di no: “questo è nostro, perché lo abbiamo fatto noi”.


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Cronaca e fotografie (scattate durante i laboratori presso la Scuola dell'Infanzia di Roncogno) di Alessandro B. per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza

lunedì 9 maggio 2016

Laboratorio "La canzone delle stagioni" 2016

Venerdì 29 aprile e 6 maggio, alla Scuola dell’Infanzia di Luserna, Luca Brunoro, equipaggiato di chitarra e stereo, ha accompagnato i bambini alla scoperta delle quattro stagioni. Come per Mimolamusica, anche La canzone delle stagioni, un laboratorio proposto da Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza, parte dall’idea di coniugare l’educazione motoria e musicale in un originale strumento didattico. 

L’attenzione, la capacità di ascolto, la coordinazione necessari per eseguire un gioco musicale di gruppo sono le stesse facoltà cognitive che, se esercitate nel modo giusto, servono nello studio individuale e nell’organizzazione del lavoro di squadra. I contenuti delle quattro tracce musicali incise da Luca sul tema delle stagioni non sono né difficili né inconsueti: ogni stagione viene descritta nelle sue caratteristiche climatiche, immaginandola come una figura umana diversamente abbigliata. 


Per ogni stagione, inoltre, si citano i frutti e i prodotti che maturano nel corso di essa, quali attività umane vi si associano e cosa maggiormente le simboleggia. La primavera sarà rivestita di fiori e rappresenterà il risveglio della natura ma anche dei sentimenti. L’estate, torrida, verrà identificata col mare e le vacanze, con i diversi frutti e cereali che riempiono i campi insieme alle cicale. L’autunno porterà una pioggia di gocce e di foglie colorate, oltre che di grappoli appena spremuti. L’inverno, un po’ freddo e altero, sarà un vecchio signore vestito di neve, silenzioso come il letargo degli animali e al contempo pungente e divertente sul volto dei pupazzi e dei bambini che li costruiscono. 

Tutte queste notizie si possono tranquillamente leggere su un libro, provare a impararle a memoria e quindi uscire a giocare. Luca coordinatore della Sezione Musica, Teatro e Natura della Sezione Didattica della Fondazione Museo Civico di Rovereto, invece, ci propone un laboratorio che non tenga separati i due momenti. All’inizio bisognerà riscaldarsi un po', sgranchire le gambe e le orecchie e aprire bene gli occhi. Poi, una alla volta, le stagioni vengono raccontate con le immagini che andremo a mimare. Si fanno un po' di prove dei movimenti, gesti che non sono una semplice imitazione, ma anche un'interpretazione simbolica di come l'uomo identifica i quattro periodi dell'anno. 


Ad ogni gesto sono accompagnati uno o più versi della canzone, allenando in questo modo la memoria per associazione. Bisogna fare un po' di prove per riuscire ad essere coordinati, accompagnati anche dalla chitarra, finché non arriva il momento di una prova generale con le tracce registrate da Luca. Questa lunga e articolata filastrocca in musica, al termine del laboratorio, viene anche rappresentata su un foglio ripiegato in dodici quadrati, sicché spiegandolo uno alla volta avremo ben in vista i disegni dei dodici "frutti" delle stagioni che i bambini si sono divertiti a tracciare a matita. 

E' davvero molto varia e coinvolgente questa attività che sa mescolare leggerezza e concentrazione, impegno e divertimento. Bisognerà fare qualche richiamo per chi non è troppo attento, bisognerà ripetere e ripetersi, ma alla fine si arriva sempre a sorridere, saltare e cantare, a raccontare le cose che si conoscono e a fare domande su quelle appena scoperte. L'ambiente della musica per gioco è davvero malleabile e non si limita al momento del laboratorio. 


C'è infatti una filastrocca per salutarsi al termine dell'attività, rimettersi tutti in fila e tenere "l'acqua in bocca" per sfidarsi a chi farà più silenzio, mentre, tutti ordinati, i bambini si apprestano a salutare Luca per andare a pranzo. 

E' una cornice particolare la scuola dell'infanzia di Luserna: un po' sperimentale nell'ospitare insieme bambini da uno a sei anni; un po' curiosa con l'interessante presenza del cimbro sui cartelloni delle stanze come sulle labbra di alunni e insegnanti. Ma, soprattutto, questa scuola è una grande casa comune, nella struttura come nello spirito, dove si nota una certa differenza rispetto ai soliti edifici scolastici e dove è quasi immediato, anche per me, sentirsi ospiti di tanti amici.


Per visionare l'album fotografico completo
Cronaca e fotografie di Alessandro B. per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza