domenica 6 dicembre 2015

Laboratorio in collaborazione con l'Università di Trento. Un racconto

Ermelinda è un’insegnante di materie umanistiche, oggi di scuola primaria, dopo qualche anno alla scuola secondaria di primo e secondo grado. Con un gruppo di genitori, in provincia di Vicenza, ha fondato una scuola parentale, una realtà che si sta diffondendo anche in Italia mentre è già affermata in altri paesi d’Europa e che prevede un distacco di studenti e studentesse dalla scuola statale a favore di un’istruzione privata e a domicilio, con genitori o persone con competenze in materia, quali insegnanti.

Ma, soprattutto, Ermelinda ha scelto di frequentare il laboratorio sulla narrazione proposto da Aperta-Mente. La divulgazione tra scienza e conoscenza dopo aver partecipato, al corso di aggiornamento per insegnanti proposto dal progetto e che ha avuto luogo nei primi giorni di settembre a Pergine Valsugana (http://progettoapertamente.blogspot.it/p/corso-di-aggiornamento.html).



Il laboratorio sperimentale nasce dalla collaborazione di Aperta-Mente con il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università degli Studi di Trento, è ideato e condotto dai docenti Marco Dallari e Claudia Cattani (http://progettoapertamente.blogspot.it/2015/10/il-pensiero-narrativo-in-educazione.html) i quali, prendendo spunto anche dalla bibliografia proposta dai relatori durante le due giornate di Pergine Valsugana, propongono una serie di appuntamenti quale momento di ripresa ed elaborazione degli argomenti trattati con un approfondimento che passa per l’esperienziale: i partecipanti, infatti, saranno chiamati a misurarsi in prima persona con la narratività e quindi, sulla base dell’esito di tale esperienza, ad elaborare un progetto didattico da portare nel proprio ambito lavorativo. 

“Dopo il primo appuntamento introduttivo e teorico - racconta l’insegnante e partecipante – il laboratorio è entrato nel vivo poiché ad ogni partecipante è stato chiesto di narrare la propria storia personale attraverso un lavoro elaborato sulla base di un testo narrativo a scelta e alcuni oggetti che fossero in grado di raccontarci”. 

Nell’incontro successivo, dunque, si sarebbe trattato di affrontare un’esposizione orale con il gruppo per pubblico e una videocamera accesa per riprendere. “Lo scopo  - spiega Ermelinda - era quello di poterci rivedere e riascoltare. Un’operazione che permettesse un’analisi di gruppo e un’autocritica, la possibilità di formulare un’autovalutazione anche sulla scorta delle narrazioni altrui. La correzione degli errori, che ognuno può e di fatto commette, è stato punto di partenza per una scoprire le imprecisioni e la capacità narrativa iniziale. Alla fine del percorso potremo così ritornare al filmato e confrontarci con esso per toccare con mano il lavoro svolto e che stiamo svolgendo”.

E ancora: “Per raccontarmi ho scelto delle conchiglie. Sono nata in una località di mare e l’acqua è l’elemento che meglio mi rappresenta. Per quanto riguarda le parole ho scelto un brano che parla di mare, dal romanzo Confessioni di una maschera dello scrittore giapponese Yukio Mishima”. 


C’è grande entusiasmo nel racconto di Ermelinda: “Rivedendomi, sono riuscita a mettere a fuoco alcune difficoltà e nodi che dovrò cercare di sciogliere. In prima istanza la fatica di parlare davanti ad un telecamera: ma il docente ha chiarito che, idealmente, dovremmo sempre immaginare di trovarci in tale situazione. E questo è solo il primo dei tanti utili insegnamenti che sto raccogliendo ed elaborando. Il laboratorio, infatti, si sta dimostrando un’esperienza impegnativa e arricchente. Credo che ogni insegnante, a prescindere dalla materia di competenza, dovrebbe confrontarsi con una simile esperienza: mettersi in discussione significa compiere il primo passo verso un cambiamento, un miglioramento dal quale il mestiere non può che trarne beneficio. Rendersi consapevoli dei propri errori per evitare di commetterli e continuare a farlo, in classe”. 

Ora, quindi, è tempo di mettere al mano al progetto. “Durante il mese di dicembre – conclude – mi dedicherò all’elaborazione del lavoro che porterò in classe, una 1a elementare, da gennaio. Partirò proprio dalla bibliografia proposta durante il corso di aggiornamento di settembre, dando spazio agli albi illustrati quali coadiuvanti, se non sostituti, dei testi scolastici classici”. 

Il prossimo appuntamento è fissato per l’inizio della primavera del 2016. Prima, però, a tutte le frequentanti è stato richiesto di pensare e realizzare una cartolina natalizia che riporti un’immagine e una scritta, un disegno, una metafora, partendo dalla propria storia o altro, da inviare ai docenti per la festività del Natale.

E noi, rimaniamo in attesa di notizie… 

Foto Unitn