martedì 23 febbraio 2016

Laboratorio "Mimolamusica"

Lunedì 22 febbraio, durante il viaggio che mi portava a Folgaria per assistere al laboratorio che Luca Brunoro avrebbe tenuto nella seconda classe della Scuola Primaria, cercavo di immaginare come  si sarebbe potuto svolgere Mìmolamùsica, un'altra proposta del calendario delle attività di Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza. Un titolo creativo ma immediatamente comprensibile nelle parole che lo compongono. Ciò che vagava indistintamente per la mia testa era una qualche forma di ballo, un seguire un ritmo in coordinazione con un brano musicale. 

Niente di particolarmente originale, insomma. Eppure non ero convinto; perché scegliere esplicitamente l’arte del mimo se poi ci si limita a ballare? Quando, insieme alla classe e all’insegnante Marta Rech, sono entrato nell’aula di educazione fisica, la mia curiosità non ha fatto che crescere: tutto ciò che Luca aveva allestito, oltrre al posizionamento di un registratore, erano delle strisce di nastro adesivo sul pavimento, ad eguale distanza. 


Dopo le presentazioni, l’operatore ha chiesto ai bambini di disporsi per file parallele alla distanza fissata dal nastro e dalla lunghezza delle loro braccia ed ha mostrato quali semplici gesti avrebbe adottato per dirigere i loro movimenti. Un direttore di movimenti. Ma certo! Mìmolamùsica: i bambini dovranno interpretare la musica, essere la musica, tante note disposte su un pentagramma musicale. 

Come in ogni corso di musica non si può partire subito dall’esecuzione; occorrono nozioni di teoria musicale ed è proprio così che Luca Brunoro è voluto partire. La musica l’avremmo sentita solo nella seconda parte del laboratorio: prima bisognava avvicinarsi al nostro rapporto con la musica, al rapporto che le note hanno fra di loro e al rapporto che il direttore ha con la propria orchestra. Solo così si poteva giungere all’armonia. I bambini erano molto incuriositi da quel signore che parlava con loro quasi più a gesti che a parole. 


Gesti immediati e divertenti, pensati per compiere azioni semplici, come sedersi e rialzarsi, mimando il cric dell’automobile. Gesti pensati per scegliere dei tempi; i tempi in cui parlare e in cui fare silenzio, in cui battere le mani e in cui saltare urlando improvvisamente. La nostra esperienza ci permette di distinguere subito e senza difficoltà la musica da un’indistinta accozzaglia di suoni e ad una melodia che ci piace “prestiamo orecchio”. Inizialmente lo faremo in modo superficiale ma quando essa penetrerà più a fondo allora le dedicheremo la nostra attenzione. 

Il passaggio non è semplicemente linguistico perché il punto d’arrivo è la concentrazione della mente. Ed ecco uno degli obiettivi del laboratorio: la capacità di attenzione e la coordinazione dei movimenti. Non sarà un caso, quindi, che ci troviamo in una piccola palestra e non in un’aula di musica. Come lo stesso operatore ci suggerisce dalla sua pagina personale (http://www.lucabrunoro.it/mimolamusica/), possiamo trovare tanta ispirazione dalle parole della musica per la vita di tutti i giorni, come “accordarsi” e “andare d’accordo”. 


Sarà anche in questo modo che una classe di bambini potrà efficacemente mimare la musica, andando d’accordo, giocando ad essere un canzone. A cosa è servito saltare, accucciarsi, immaginare di schiacciare un uovo o di accompagnare il sole che sorge? È questo il momento di accendere la radio, per seguire, nel coro dei gesti e delle mani che battono, un branco di delfini che schizzano in aria dalla schiuma del mare.

Per visionare l'album completo delle fotografie
clicca qui


Cronaca e fotografie di Alessandro B. per Aperta-Mente. La divulgazione per ragazzi tra scienza e conoscenza